Ma il cavallo si addestra o si Educa?
Uno di voi di recente mi ha posto questa domanda che a prima vista potrebbe sembrare quasi banale ma che invece nasconde un significato profondo che ho ritenuto importante approfondire in questa puntata.
Ti ricordo che se anche tu vuoi farmi una domanda puoi farlo andando sulla pagina contatti del mio sito all’indirizzo matteonihorsemanship.com oppure equitazionenaturale.info
Sempre qui potrai trovare tantissime informazioni sia sotto forma di articoli da leggere sia sotto forma di podcast da ascoltare che di video da guardare.
Come diceva Einstein non ci sono domande stupide
perciò non avere paura di scrivermi per chiarirti dei dubbi o chiedere degli approfondimenti su un argomento specifico.
Se poi riterrò che la domanda sia di utilità comune potrai ricevere una risposta attraverso un podcast come è successo in questo caso a Petra, altrimenti ti risponderò comunque in privato.
Detto questo andiamo avanti e cerchiamo di capire perché educare un cavallo non equivale ad addestrarlo
Buongiorno e ben trovati,
come state ?
Siete tristi perché in questo periodo non potete andare a trovare il vostro cavallo in scuderia ?
State tranquilli e cercate di sfruttare al meglio questo tempo leggendo, studiando e guardando video didattici.
La televisione no, quella lasciatela stare, quando vi siete informati una volta al giorno su ciò che sta accadendo è più che sufficiente.
Quando tutto sarà finito tornerete dal vostro beneamato quadrupede più carichi di prima e, se l’ambiente in cui vive è quello ideale, lo troverete meglio di come lo avevate lasciato.
Qualcuno di voi si starà chiedendo cosa intendo per ambiente ideale:
Per ambiente ideale si intende un ambiente dove il cavallo possa muoversi liberamente, stia all’aperto il più possibile e che possa socializzare, vedere e, qualora le condizioni di sicurezza lo permettano, frequentare i suoi simili.
Se queste condizioni sono rispettate, di solito, quando lo andate a riprendere, anche dopo un periodo medio lungo, il cavallo è meglio di come lo avevate lasciato.
Ma perché accade ciò ?
Perché l’addestramento e l’educazione tendono ad essere entrambi duraturi nel tempo quando, durante la fase di apprendimento, sono associati a stati d’animo ed esperienze positive.
Ma perché sto separando i due concetti, addestramento e educazione ?
Beh, fondamentalmente perché non sono la stessa cosa.
Il significato etimologico di educazione deriva dal verbo latino educère, cioè trarre fuori o tirar fuori ciò che sta dentro.
Potremmo dire che il suo significato è un po’ quello di tirar fuori ciò che di meglio sta dentro.
Ed è qualcosa che riguarda più che altro le relazioni sociali con gli altri esseri viventi e l’ambiente che circonda il cavallo
Nei primi giorni di vita l’educazione del puledro è compito della mamma e, nei mesi successivi, il compito viene esteso agli altri membri del branco. E’ per questo che è importante che il puledro non cresca solo con cavalli suoi coetanei ma con soggetti di età e posizioni sociali diverse.
Lo stare insieme agli altri in maniera rispettosa e considerare le gerarchie del branco è qualcosa che fa parte dell’educazione di base.
Quando il puledro entra in contatto con gli esseri umani non ha un’educazione predisposta in tal senso. Perché non ha mai vissuto con loro fino a quel momento e quindi deve acquisirla con il tempo e con una o più guide che lo aiutino in questo compito.
Noi possiamo essere una di queste guide ma altre possono esserlo gli altri membri del branco che con il loro comportamento nei nostri confronti mostrano al puledro come anch’egli si dovrebbe comportare.
E’ per questo che nella Parelli Natural Horsemanship consigliamo vivamente a tutti coloro che vogliono far nascere un puledro a portare prima la fattrice ad almeno un livello 3 nelle aree di online e liberty.
Perché quegli insegnamenti che noi diamo adesso alla madre essa stessa li passerà al puledro quando lui la osserverà comportarsi con noi in maniera fiduciosa e rispettosa dei nostri spazi e complice nelle nostre richieste.
Purtroppo spesso nell’equitazione tradizionale vediamo commettere errori gravissimi come quello di mettere a fare la fattrice una cavalla ingestibile o con gravi problemi nel relazionarsi con l’uomo. Pensando che il puledro non cresca uguale perché viene tolto appena compie 6 mesi.
In realtà 6 mesi sono un’eternità per le capacità di apprendimento di un puledro. Fa parte della sua natura e delle sue esigenze di sopravvivenza imparare tutto e subito. Sono per definizione animali precoci anche quando sono adulti, figuriamoci quando sono puledri.
Il puledro in 6 mesi impara tutto quello che può dalla mamma e se la mamma odia gli esseri umani o anche solo non ne è attratta o non ne ha fiducia il puledro crescerà sfiduciato o impaurito. Nel caso migliore sarà un puledro diffidente e che almeno inizialmente darà problemi nelle prime fasi di avvicinamento all’uomo
Ma adesso che abbiamo un po’ più chiaro cosa significa educare vediamo invece il significato di addestramento.
Il significato di addestramento è “rendere destro” cioè rendere competente qualcuno in un particolare compito.
Nel caso del cavallo addestrare significa insegnare al cavallo che in seguito ad un nostro particolare cenno deve compiere un particolare movimento, manovra o esercizio.
In realtà potremmo ben dire che noi non addestriamo un cavallo.
Come dice Pat Parelli: un cavallo può fare solo 6 cose, andare in avanti, indietro, a destra, a sinistra, in basso e in alto.
Noi non possiamo insegnare al cavallo a fare qualcosa che lui per sua natura non sappia già fare.
Possiamo solo associare un nostro comando a quel particolare movimento e possiamo renderlo più competente, quindi più destro, nel movimento stesso, usando le ripetizioni, l’esperienza e i rinforzi negativi, positivi o combinati.
Possiamo migliorarne lo stile, la precisione, la velocità, l’affidabilità ma alla fine lui farà sempre e solo qualcosa che sapeva già fare.
Un esempio per tutti per farvi capire meglio il concetto che vi sto illustrando.
Spero sappiate tutti che un cavallo può galoppare di galoppo sinistro oppure di galoppo destro. Quando galoppa di galoppo sinistro l’ultimo arto a toccare terra sarà l’anteriore sinistro mentre quando galoppa di galoppo destro sarà l’anteriore destro.
Quando il cavallo galoppa in una curva a sinistra di solito preferisce farlo usando il galoppo sinistro e quando invece galoppa in una curva a destra preferisce farlo di galoppo destro. Non voglio entrare nel merito del motivo, vi basti sapere che lo fa principalmente per motivi di equilibrio.
Ha volte poi possiamo vedere che il cavallo, ad esempio mentre gioca con i suoi compagni, modifica il tipo di galoppo che sta facendo passando da un galoppo sinistro ad un galoppo destro e viceversa.
E questo lo fa nel tempo di sospensione tra una falcata e l’altra. E’ una cosa che fa di sua spontanea volontà, per gioco o per altri motivi. E’ qualcosa che fa per le sue capacità atletiche. E’ una capacità innata.
Ebbene mi è capitato di sentire molti cavalieri che dicono che hanno insegnato al loro cavallo a fare i cambi di galoppo.
In realtà quello che hanno fatto è stato di associare un loro comando a qualcosa che il cavallo sapeva già fare.
E non mi fraintendete, non sto dicendo che per questo è facile. E’ difficile, ed anche molto, come del resto una miriade di altre cose che il cavallo sa già fare ma che noi vogliamo che faccia ad un nostro cenno.
Educare ed addestrare sono quindi due cose diverse. La prima è qualcosa che riguarda più le basi, le fondamenta del comportamento del cavallo nella sua socialità mentre l’addestramento è più qualcosa che riguarda il diventare partner nel lavoro da svolgere con il proprio compagno umano.
Se non abbiamo un buon addestramento non abbiamo un partner con cui avere una buona sinergia.
E’ un po’ come andare in tandem ma quello dietro fa finta di pedalare e lascia tutta la fatica a noi.
Una buona educazione di base ci permette di avere un cavallo che si fida di noi e che vuole stare con noi senza approfittarne, rispettando i nostri spazi ed ascoltandoci quando comunichiamo con lui.
Su una buona educazione possiamo costruire poi un buon addestramento per lavorare insieme muovendosi all’unisono, come fossimo una splendida coppia di ballerini.
Come se fossimo su un tandem ma questa volta pedalassimo entrambi.
Ed eccoci arrivati anche questa volta alla fine di questa puntata. Spero di avervi dato qualche spunto su cui riflettere e oltre che a tutti voi che mi avete ascoltato fino a qui voglio mandare un ringraziamento speciale anche all’amica Petra che mi ha inviato la sua domanda alla quale spero di aver risposto.
Un caro saluto a tutti e ci sentiamo la settimana prossima.
Keep natural and stay tuned
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