Che cosa è realmente il metodo Parelli

Negli ultimi due anni, come molti di voi sanno già, ho cominciato ad usare gli strumenti social ed internet in maniera più importante, per raggiungere un maggior numero di persone e divulgare i concetti relativi all’equitazione naturale basata sul metodo Parelli.

 

Facendo
questo tipo di attività mi sono giunte e mi arrivano ogni giorno
richieste di vario genere ed una cospicua parte di esse riguarda
persone che credono di conoscere cos’è il Metodo Parelli ma invece
non lo conoscono affatto.

Non
so’ il motivo esatto perché molti credono di conoscerlo ma di
fatto non lo conoscono, probabilmente, mi immagino io, ma potrei
sbagliarmi, è perché negli anni passati ci sono state persone che
sono venute a contatto con il Programma Parelli per un breve periodo,
magari hanno fatto un corso o due o anche una sola lezione, e
successivamente, a loro volta, hanno dato a conoscenti e amici una
loro descrizione, una loro versione di ciò che rappresenta il
programma.

Sta di
fatto che con il trascorrere del tempo negli ultimi, direi quindici
anni, c’è stata una continua mutazione di ciò che le persone
intendono per Equitazione Naturale basata sul Metodo Parelli.

Qualcuno
a preso qualche pezzo e lo ha messo insieme a qualcos’altro che di
naturale non ha niente.

Qualcuno
non ha mai frequentato neppure una lezione ma si è fatto un’idea
vedendo qualcosa in TV, ad una fiera o su Internet.

Qualcuno
semplicemente non ne sa niente ma ne dà una descrizione parziale e
spesso molto lontana dalla realtà, attribuendogli lo stato di una
sorta di moda legata alla popolarità di nuovi stili di vita moderni
come il mangiare biologico, vegetariano o vegano.

In
realtà il Metodo Parelli non è niente di tutto questo.

Se
dovessi dargli una definizione breve, veloce e riassuntiva potrei
senz’altro dire che è

Un
programma didattico per insegnare alle persone come diventare
eccellenti coi cavalli”

E qui
vediamo già una grande differenza con quello che si sente dire in
giro e che comunemente è:

Parelli
funziona solo coi Quarter horses

Come
se fosse un metodo razzista che non tiene di conto delle altre razze
o che il quarter horses non sia un cavallo come gli altri ma più
facile.

Parelli
serve per calmare i cavalli

Come
se fosse un sedativo

Parelli
serve per far salire il cavallo sul trailer o Van

Come
se tutte le persone che lavorano dietro al metodo avessero speso gli
ultimi 30 anni per inventare un sistema per far salire e scendere i
cavali dal Van

Con
Parelli si lavora solo da terra

Come
se chi fa Parelli non fosse presente nelle competizioni anche ad
altissimo livello, come olimpiadi e gare a livello Internazionale

Parelli
serve solo se hai problemi

Come
se chi non ha problemi non ne potesse trarre vantaggio

Parelli
è solo marketing per venderti l’attrezzatura

E
poi giù tutti a copiargli l’attrezzatura e fare lo stick 5 cm più
lungo o la corda 10 cm più corta per dire che la loro è diversa e
migliore.

Ma
andiamo avanti e cerchiamo di capire cosa è veramente il Metodo
Parelli e come è organizzato.

Possiamo
sicuramente dire che il programma Parelli è un programma didattico
ideato e costruito per insegnare alle persone e poi di conseguenza le
persone insegneranno ai cavalli. Quindi non è un metodo di
addestramento anche se chi lo fa ad un livello molto alto lo applica
normalmente nello sviluppo dei cavalli che addestra.

Per
farvi capire meglio è un po’ come se lo studente del programma
Parelli imparasse come funziona il cavallo in tutte le sue parti.

 

E per parti intendo

La parte fisica, cioè tutte le parti anatomiche, come sono collegate tra loro e come si influenzano a vicenda, in sostanza tutta la parte di biomeccanica.

La parte mentale, cioè cosa il cavallo pensa di noi, di se stesso e di come si relaziona con l’ambiente che ha intorno, con gli esercizi, con l’idea di fare qualcosa per noi e con noi. In sostanza la sua disponibilità e forza di volontà nell’eseguire ciò che gli chiediamo.

Ed infine la parte emozionale, cioè la parte che riguarda la gestione delle emozioni, la gestione della paura, dell’ansia, del panico e dell’euforia. Che sono tutte emozioni presenti in tutti i cavalli e che in alcuni casi possono aiutarci ed in altri possono impedirci di raggiungere i nostri scopi.

E’ come se dentro il cavallo avessimo 3 motori diversi che se girano in maniera sincronizzata ci danno dei grandi risultati ma se girano in maniera scombinata oppure, addirittura uno di essi è fermo possiamo avere l’esatto opposto e ci ritroviamo un cavallo di difficile gestione, oppure problematico oppure con delle prestazioni scadenti.

Per imparare a prendersi cura di queste tre parti il programma Parelli prende per mano lo studente ed attraverso teoria, simulazioni e pratica lo porta avanti nella sua consapevolezza.

Facendogli raggiungere un livello al quale sarà in grado di mettere a punto ciascuno di questi motori per farlo girare al meglio ed in sinergia con gli altri due.

Molti pensano che questo metodo nasconda la bacchetta magica per risolvere qualsivoglia problema con i cavalli ma in realtà i cavalli non hanno problemi, sono le persone, i metodi che usano, l’approccio che hanno e l’energia negativa che mettono nelle loro azioni che creano i problemi con i quali passano poi la maggior parte del tempo a combattere.

Se insegni alla persona ed essa cambia ecco che il problema svanisce.

Se vogliamo avere successo coi cavalli dobbiamo prima di tutto imparare come funzionano. Il programma Parelli non fa altro che questo. Ci insegna come funziona un cavallo.

Prima ce lo insegna da terra, dove ci sentiamo più sicuri e dove abbiamo una visione più globale di quello che stiamo facendo e di come il cavallo risponde ai nostri stimoli, poi ce lo insegna da sella come naturale conseguenza di quello che facevamo da terra.

Il programma Parelli è diviso in 4 aree di apprendimento, due di queste sono da terra e le altre due sono da sella.

Quella che iniziamo a studiare per prima è da terra e con essa impariamo a far muovere il cavallo attraverso vari esercizi con l’uso di corde via via più lunghe a mano a mano che diventiamo più bravi.

Nell’area successiva, che però il programma ci porta a sviluppare in concomitanza della prima, invece, impariamo a montare basandoci però su tutto quello che abbiamo imparato negli esercizi da terra. Iniziamo a comprendere come il cavallo si muove e come dobbiamo farlo noi per raggiungere una coerenza di movimento per non dare fastidio al cavallo e nello stesso tempo permettergli di tenerci sulla sua schiena senza compromettergli le prestazioni fisiche e quindi, là do ve richiesto, sportive.

Quest’area chiamata freestyle è importantissima perché ci permette di assumere, via via che diventiamo più bravi, un assetto sempre più indipendente e perdere la nostra dipendenza dall’uso delle redini. Fino al punto di farci fare dei bellissimi esercizi anche senza briglie, semplicemente con uno string intorno al collo del cavallo.

Nell’area successiva che il programma ci porta a studiare torniamo di nuovo a lavorare da terra, questa volta senza l’uso delle corde, in libertà.

Molti credono che questa parte sia stata creata solo per far bella figura durante gli show ma in realtà è un’area tra le più importanti perché ci permette di sviluppare e testare la vera connessione tra noi ed il cavallo. Ci permette di capire quanto il cavallo vuole stare con noi e quanto invece pensa ad altro.

Io personalmente non monto un puledro che ho in addestramento fino a che non ho una buona liberty perché non voglio montare un cavallo che non vuole stare con me di sua spontanea volontà.

Ed andando avanti nell’aree del programma troviamo infine quella che si chiama Finesse e che è di nuovo da sella, ma questa volta con l’uso di imboccature e redini, quindi con contatto nella bocca del cavallo.

Ma siccome abbiamo sviluppato tutte le altre parti, prima di giungere a questa, ecco che l’uso delle redini non sarà più per reggerci in sella o per rallentare o girare ma sarà solo per comunicare al cavallo, con lievissimi suggerimenti, le varie posizioni che vogliamo che il suo corpo assuma, per fare questo o quell’esercizio.

Qualcuno di voi adesso potrà pensare quale legame ha l’area di lavoro da terra con l’area di lavoro da sella.

Ebbene esse sono collegate a doppia mandata perché spesso gli esercizi che voglio insegnare al mio cavallo li posso fare prima da terra e poi da sella.

Inoltre, per una persona che non sa niente, imparare da terra, con i piedi per terra, dà tutta un’altra sensazione di sicurezza rispetto che da sella, dove spesso all’inizio si sente un po’ in balia di un animale di 5 quintali.

Creare confidenza e quindi sicurezza con una certa situazione migliora l’approccio mentale dello studente che è più invogliato ad andare a vanti e sviluppare le competenze che gli servono poi per montare in sella.

Del resto vale lo stesso con un cavallo che è all’inizi. Iniziare a muoverlo insegnandogli i primi rudimenti di esercizi da terra lo porta a diventare confidente con la comunicazione con l’essere umano. Confidenza che lo renderà più disponibile con il cavaliere quando lo monterà la prima volta.

Ma questo parte è qualcosa che riguarda più l’addestramento e non è argomento di questa puntata.

In sostanza il programma Parelli è un programma didattico per insegnare alle persone e di conseguenza ai loro cavalli a come raggiungere l’eccellenza prima come cavaliere e poi come horseman.

Del resto l’horsemanship stessa non è altro che un insieme di buone abitudini che deve avere il cavallo ed il cavaliere per stabilire una partnership proficua per entrambi

Ecco cosa è realmente Parelli, né più né meno di questo.

Andando avanti nello studio del programma e attraversando tutti i livelli in cui è suddiviso e che sono principalmente 4, lo studente arriva al punto di essere indipendente e preparato per ogni tipo di disciplina che vorrà fare successivamente. 

 

Nei primi due livelli possiamo dire che lo studente impara rimanere in sicurezza intorno al cavallo, sia da terra che da sella, a tutte e tre le andature, raggiunge un buon assetto e risolve ogni problema che aveva con il suo cavallo.

Nel livello 3 invece impara ad ottenere impegno e volontà dal cavallo quando gli chiede di fare qualcosa e nello stesso tempo è diventato anche un punto di riferimento per lui . Il suo cavallo lo cerca, vuole satre con lui, ed anche in libertà è disposto a fare le cose che gli vengono chieste, con leggerezza e disponibilità

Infine nel livello 4 lo studente impara come rifinire la comunicazione con il suo cavallo, come portare il rapporto ad un livello tale in cui il cavallo non solo fa quello che gli viene chiesto ma lo fa volentieri, con esuberanza ed euforia, in tutte le aeree, da terra e da sella. E’ qui che nasce la vera partnership, quella che Ray Hunt chiamava la True Unity.

Qualchevolta mi è capitato di sentire qualcuno dire che lui ed il suo cavallo erano tutt’uno per poi vedere il cavallo scappare via appena gli toglieva sella e finimenti. Ecco, questo non è essere un livello 4

A parte le battute spero di aver fatto un po’ di luce su questo argomento anche se non è facile con poco più di 10 minuti di tempo a disposizione. Dovrei avere qualche ora per spiegarlo veramente come meriterebbe, ma per questo ci saranno altre occasioni.

 

Fatemi sapere se questa puntata vi è piaciuta lasciandomi un Mi piace attraverso l’applicazione dalla quale la state ascoltando e noi ci risentiamo la settimana prossima.

 

 

 

Keep natural and stay tuned


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