.Ho preso in prestito questa frase da Albert Einstein perché è interessante come la psicologia umana funzioni spesso come un acceleratore oppure come un freno a seconda di come viene usata.
Ho preso in prestito questa frase da Albert Einstein perché è interessante come la psicologia umana funzioni spesso come un acceleratore oppure come un freno a seconda di come viene usata.
Solo i morti e gli stupidi non cambiano mai opinione diceva James Russell Lowel
Eppure spesso, pur non essendo né morti né stupidi ci rifiutiamo di cambiare idea su qualcosa anche quando tutto ci dice che potrebbe essere una buona idea.
Diversi anni fa durante un lungo trekking di più giorni nelle colline toscane, fummo ospitati da un amico che chiamerò Paolo, nome assolutamente di fantasia. Paolo ci offrì rifugio per la notte. E la sera a cena, come spesso accade in queste occasioni, parlammo un po’ di tutto ma poi alla fine entrammo nell’argomento cavalli. E giustamente. Non poteva che essere così, chi ama questi animali parla quasi esclusivamente di loro.
Lui ex agonista di gare di Endurance ed io che ormai di gare non ne facevo più e che invece erano anni che studiavo equitazione naturale.
Presto l’argomento andò a cadere sul tipo di approccio e di addestramento che usavo e quanto il programma Parelli fosse diverso dai sistemi tradizionali.
Passai più di un ora a contrapporre le mie motivazioni alle sue.
Ogni volta che lui provava a cercare di mettermi in difficoltà io gli spiegavo per quale motivo invece era giusto usare un approccio più psicologico e meno aggressivo nei confronti del cavallo.
E quali potevano essere i vantaggi sia in termini di risultati che di sicurezza.
Dopo un po’ che andava avanti la cosa Paolo volle terminare il dibattito aggiungendo una frase che non dimenticherò mai:
Paolo disse: “Però devi concordare con me che ogni tanto qualche legnata ci vuole”
Ecco, io ero stato più di un’ora a parlare con una persona cercando di fargli capire il mio punto di vista ma era stato tutto tempo perso, non aveva neppure provato a pensare diversamente.
Inizialmente pensai che fosse colpa mia e che non fossi stato sufficientemente bravo a spiegarmi.
Sì, in effetti lo vedevo come un fallimento perché all’epoca la vedevo quasi come una missione far capire a più persone possibili che c’era un modo diverso di vivere il cavallo. Che avremmo potuto ottenere ben più grandi risultati usando dei sistemi migliori, per noi, per i cavalli. Migliori in tutti i sensi. Più sicuri e più efficaci.
Poi ho continuato i miei studi sulla psicologia umana, cosa che mi ha da sempre attratto fin da giovane, ed anche i miei studi per diventare istruttore e solo dopo anni ho cominciato a comprendere i motivi per cui le persone, spesso neppure di fronte all’evidenza, non vogliono cambiare idea.
Uno psicologo Italo Americano di nome Robert Cialdini nel suo libro “Le Armi della Persuasione” parla di 6 scorciatoie adesso chiamate anche byas cognitivi.
Uno di questi è quello relativo alla Coerenza.
La coerenza nella nostra società è ritenuta una dote preziosa tant’è che persone che cambiano spesso opinione o che non riescono a portare avanti una decisione sono viste come persone di cui non è bene fidarsi.
Questo perché una decisione per essere presa ci richiede sempre un dispendio di risorse, intese come tempo ed energia in cui analizziamo i prò e i contro ed infine, valutato tutto, ci facciamo un idea e prendiamo la nostra decisione.
Cialdini spiega che una volta presa questa decisione siamo portati a difenderla perché altrimenti significherebbe che tutto quel dispendio di energia, tempo e risorse sarebbe stato inutile.
In poche parole è come se il nostro cervello si rifiutasse di ammettere di aver buttato via il suo tempo a pensare a qualcosa di sbagliato.
Ecco perché il Principio di Coerenza, come viene chiamato dallo psicologo, è così forte in noi.
Ed ecco perché il mio amico Paolo non vacillava neppure un po’ sotto le mie motivazioni che gli smontavano ogni esempio che mi faceva.
Uno dei problemi che spesso incontrano gli studenti Parelli alle prime armi, quando iniziano a praticare coi loro cavalli le basi del programma. Magari lavorando da terra seminascosti da qualche parte nel maneggio che frequentano è l’intolleranza da parte delle persone che li circondano.
Spesso sono criticati ed anche derisi dai cavalieri, istruttori ma anche purtroppo a volte anche dai veterinari e maniscalchi, che solo perché li vedono fare delle cose che per loro non hanno una spiegazione si sentono il diritto di dire la propria opinione. A volte mossi anche dalle più buone intenzioni, pensando che magari qualcuno si potrebbe far male.
Tutto ciò è ancora più accentuato quando il neo-studente Parelli è anche nuovo nel mondo dell’equitazione. Magari ha solo qualche mese di esperienza ed è alla sua prima esperienza con un cavallo di proprietà.
Sicuramente molti di voi si riconosceranno in questa mia descrizione perché il problema è molto diffuso e spesso è così grande che in alcune occasioni, ho avuto studenti che dopo un po’ hanno abbandonato tanto si sentivano esclusi dal gruppo.
Si perché un altro byas cognitivo individuato dallo psicologo Cialdini si chiama Principio della Riprova Sociale.
Il principio della riprova sociale dice che per giudicare se una cosa è giusta o sbagliata nella maggior parte dei casi ci affidiamo al giudizio degli altri.
E se nella scuderia tutti ci deridono o ci dicono che stiamo sbagliando finisce che ci crediamo anche noi.
A volte poi mi capita che alcuni studenti si mettano invece a fare, come volevo fare io ai tempi dell’incontro col mio amico Paolo, ovvero cercare di convertire tutti quelli che incontravo come fossi un prete ai tempi delle colonie americane.
Ma esattamente come mi era capitato a me anche loro spesso non riescono nel loro intendo. A causa ancora una volta del principio di coerenza.
Con l’esperienza e grazie anche gli studi fatti per diventare istruttore, ho capito che non dobbiamo mai fare quello che gli americani chiamano Extra Miles. Ovvero non dobbiamo mai fare della strada in più per andare a prendere qualcuno che non vuole pensare diversamente. E’ un inutile dispendio di forze e non è neppure giusto perché ognuno ha bisogno di seguire la sua strada per diventare sempre più consapevole e magari un giorno arrivare al punto di ricredersi sulle proprie idee e decidere di proseguire in un percorso diverso.
Dobbiamo comprendere che non siamo nessuno noi per poter cercare di inculcare le nostre idee negli altri. Neppure se sappiamo che potrebbero far star meglio sia la persona che il suo cavallo.
Non ne abbiamo il diritto.
Quello che possiamo fare però è rimanere coerenti con la nostra idea e continuare nel nostro percorso cercando di raggiungere il nostro obiettivo, che però dobbiamo ricordarci che è solo nostro e non può essere sovrapposto a quello di un altro.
Coloro che vi criticano mentre vi esercitate col vostro cavallo in movimenti e giochi a loro incomprensibili, hanno dedicato tanto tempo, risorse, energie e soldi per imparare quello che sanno e che nel loro modo di vedere funziona. Perciò non possiamo pensare che i loro Principi di Coerenza e Riprova Sociali non provino a tenerli sulla loro vecchia strada.
Perciò la prossima volta che vi capita qualcuno che vi critica mentre giocate col vostro cavallo lasciate perdere e invece di spendere energie nel cercare di far cambiare la sua idea impiegate quell’energia e quell’impegno nell’obiettivo che vi siete prefissati e come disse Confucio
“Non importa che tu stia procedendo molto lentamente ciò che importa è che tu non ti sia fermato”
Keep natural and stay tuned
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