Se tu potessi fare un indagine su quelle che sono le affinità che accomunano tutti i grandi horsemen vissuti negli ultimi 100 anni.
Se tu potessi conoscerli uno per uno per comprendere il loro talento o ciò che li ha portati a diventare così bravi e poi tu unissi i punti in comune.
Puoi immaginare cosa scopriresti ?
Puoi anche solo ipotizzare per un attimo quali potrebbero essere le qualità che li hanno portati tutti ad avere così successo coi cavalli ?
Pat Parelli ha avuto la grande fortuna, nella sua vita, di conoscere veramente molti uomini di cavalli, ed alcuni di questi erano dei grandi horsemen, alcuni sono già passati a miglior vita, altri sono ancora vivi. Pat stesso è uno di questi ed è grazie a lui che, avendo passato molto tempo con alcuni di questi horsemen, abbiamo, oggi, già pronta, una lista delle qualità che lui ha potuto riscontrare essere presenti in ciascuno di loro.
Sono quelle che Pat ha chiamato “Le 7 chiavi del successo”
Ma vediamole insieme una per una.
Atteggiamento
La prima qualità di un horseman è l’atteggiamento.
Se leggiamo sul dizionario la definizione di atteggiamento è:
“Modo di disporsi o di presentarsi, come riflesso di un determinato stato d’animo o come forma deliberatamente assunta di comportamento.”
Come già più volte vi ho raccontato, la nostra sessione di addestramento inizia quando i nostri occhi incrociano quelli del nostro cavallo. E non possiamo scindere l’addestramento dallo stare insieme al nostro cavallo perché ogni singolo istante che stiamo con lui in realtà gli stiamo insegnando come si deve comportare in base ai nostri modi di agire.
Ciò che pensiamo si riflette nel modo in cui ci muoviamo e quindi nel nostro linguaggio del corpo.
Pensare negativo o che il nostro cavallo non è intelligente o che è pigro e via discorrendo ci porta a comportarci in una maniera che farà sì che il comportamento del cavallo rifletterà proprio i nostri pensieri.
Di rimando un atteggiamento positivo, è un atteggiamento di entusiasmo e fiducia. Non si tratta di ignorare le difficoltà ma piuttosto di trovare sempre una buona ragione per reagire guardando sempre al bicchiere mezzo pieno e ciò che l’esperienza che stiamo vivendo ci può portare di positivo.
Il cavallo è il nostro migliore maestro ma se vogliamo imparare da lui dobbiamo prima riconoscere cosa ci sta dicendo ed accettarlo senza giudicare.
Senofonte, filosofo e mercenario ateniese , scrisse il primo trattato occidentale sull’equitazione nel 350 Avanti Cristo ed in uno dei suoi passaggi scriveva
“se di qualcosa il puledro avrà paura, non è il caso di andare in collera, ma piuttosto cercare di persuaderlo che non c’è nulla da temere”
Conoscenza
La seconda qualità di un horseman è la conoscenza, o meglio la voglia di conoscere, la curiosità e soprattutto la voglia di studiare.
Nell’equitazione la teoria conta quanto la pratica perché se prima non comprendiamo perché facciamo qualcosa sarà molto difficile riuscire a farla nella maniera giusta perché non ne conosceremo ne il motivo, ne cosa dobbiamo aspettarci che accada
Se un istruttore non è in grado di spiegarvi in modo dettagliato per quale motivo dovete agire in una certa maniera ebbene è giunto il momento di cambiare istruttore.
Federico Caprilli diceva: “ Bisogna montare tanto, molti cavalli ed impedire che la polvere si accumuli sui libri”
L’equitazione, quando fatta bene, è del tutto paragonabile ad un’arte e perciò non può essere praticata senza studiare.
Attrezzatura
La terza qualità di un horseman è conoscere le attrezzature e sapere quale usare.
Come un bravo meccanico ha sempre l’arnese giusto per il lavoro da svolgere anche l’aspirante horseman deve imparare a capire quando è il momento di usare un tipo di attrezzatura e quando invece è importante non usarne affatto.
E’ importante avere una conoscenza approfondita di ciò che possiamo usare e come dovremmo usarlo. E per attrezzatura intendo qualsiasi cosa. Ad esempio anche una semplice staccionata è considerata una attrezzatura perché può essere usata in decine di modi diversi per aiutare il cavallo ad imparare manovre ed esercizi.
Le corde, le redini, gli speroni, le selle, i vari tipi di briglie dentro e fuori bocca, il nostro corpo, le nostre mani, le nostre gambe. Ogni cosa deve essere conosciuta in maniera approfondita.
Quale è il suo scopo, come deve essere usata ed in quale situazione.
Tecnica
La quarta qualità di un horseman è la Tecnica. La tecnica non è altro che la conoscenza necessaria ad usare l’attrezzatura.
Per farti un esempio: se tu conosci come dovresti usare la tua gamba per chiedere al cavallo di spostare solo le spalle durante un cambio di direzione ma non hai mai sperimentato quel movimento, troverai serie difficoltà quando lo farai le prime volte.
Durante i miei corsi di Freestyle, dove insegno i 5 punti dove possiamo toccare con le nostre gambe quando siamo i sella, molti studenti, nonostante abbiano appreso perfettamente le nozioni teoriche e le abbiano anche simulate da terra prima sui barili e poi sui cavalli, non riescono a completare gli esercizi da sella perché non hanno ne controllo ne propriocezione della gamba nello spazio. Cioè non si rendono conto dove la loro gamba sta toccando realmente il cavallo a meno che non guardino.
Cosa che non deve essere fatta perché influenza negativamente l’assetto.
Possiamo dire che la Tecnica è figlia dell’unione della conoscenza e dell’attrezzatura.
E’ ciò che sviluppiamo con la pratica. E’ per questo, che come diceva Caprilli, è importante montare tanto
Tempo
La quinta qualità di un horseman è il tempo.
In un’altra puntata ti ho già narrato di quando da giovane mi iscrissi in una scuola di Karate.
Porto sempre questo esempio perché ritengo che calzi a pennello.
Io, come molti ragazzi della mia età, pensavo che dopo qualche mese avrei raggiunto i livelli dei personaggi che vedevo in televisione ma in realtà mi resi conto ben presto che le cose non sarebbero andate così.
Nell’equitazione, come del resto in qualsiasi altra arte, il tempo è qualcosa di fondamentale. Non si può diventare ballerini o cantanti esercitandosi un paio di ore al mese. Non si può diventare dei bravi calciatori allenandosi una volta ogni quindici giorni. Non si può diventare dei bravi sciatori andando a fare una settimana bianca all’anno. E non si può diventare dei bravi cavalieri prendendo una o due lezioni al mese.
Questa è la dura verità
Non si può diventare dei bravi cavalieri prendendo una o due lezioni al mese.
Se ti è stato raccontato questo lo hanno fatto solo per convincerti ad iscriverti alla loro scuola, ma l’equitazione è una cosa seria e nessuno può pensare di diventare bravo senza dedicargli il giusto tempo.
Ti stai chiedendo quanto è il giusto tempo ?
Beh, ti dico la verità, cambia molto da persona a persona ma parliamo di almeno due volte alla settimana per avere un buon risultato nel corso di un anno. Altrimenti puoi fare dei periodi intensi seguiti da periodi più tranquilli dove mantieni quello che hai imparato.
Ma fondamentalmente la costanza è quella che premia veramente. Avere una buona frequenza e per periodi lunghi da sempre ottimi risultati.
Immaginazione
La sesta qualità di un horseman è l’immaginazione. Sì l’immaginazione è importantissima perché è quella che ti permette di pensare fuori dagli schemi. Di trovare via via sempre nuovi esercizi da fare, più divertenti per te o per il tuo cavallo e voi, intendo tu ed il tuo cavallo, dovresti sempre divertirvi quando siete in campo, in gara o fuori, in passeggiata.
Altrimenti presto tu perderai l’entusiasmo, lui comincerà ad annoiarsi e tutto comincerà a non essere così piacevole come una volta.
Albert Einstein diceva: “L’immaginazione è più importante della conoscenza. La conoscenza è limitata, l’immaginazione abbraccia il mondo, stimolando il progresso, facendo nascere l’evoluzione.”
Non poteva esserci frase più azzeccata di questa per descrivere quanto sia importante l’immaginazione nella pratica dell’equitazione.
Non saremmo arrivati ai livelli che siamo oggi se ci fossimo limitati a copiare chi avevamo intorno
Supporto
E siamo arrivati alla settima ed ultima qualità di un horseman.
Uno dei grandi pregi che ha l’essere umano è quello di poter trasmettere la sua conoscenza ai suoi simili ed alle generazioni future così da incrementare sempre più il bagaglio di conoscenze dell’umanità stessa.
Non basterebbe una vita intera per apprendere tutto quello che c’è da sapere sui cavalli e sull’equitazione in generale. Ma ciò che possiamo fare è chiedere aiuto a coloro che hanno già la conoscenza e l’esperienza di quello di cui abbiamo bisogno.
Il supporto ci può arrivare in molte maniere, a volte attraverso un consiglio di un amico più bravo di noi. A volte sotto forma di una lezione o un corso con un bravo istruttore, a volte guardando un video, a volte leggendo un libro a volte montando un cavallo molto bravo.
L’importante è cercare supporto ogni volta che sentiamo di averne bisogno. Senza vergognarci e soprattutto con un atteggiamento umile che ci porti ad avere il giusto grado di apertura mentale che ci consentirà di apprendere il più possibile nel più breve tempo possibile.
Ecco se potessi aggiungere una ottava qualità direi che senz’altro, almeno per quanto riguarda la mia esperienza diretta, tutti gli horsemen che ho conosciuto di persona o di cui ho letto avevano un altissimo livello di umiltà che li accomunava e questa è una cosa che veramente ho sempre apprezzato molto quasi più delle loro competenze.
Ed anche oggi siamo arrivati alla fine di questa puntata. La puntata numero 27
Sono già 27 settimane , quasi 7 mesi che esco ogni settimana con una riflessione, una informazione a volte con qualche storia o ricerca scientifica a volte con risposte a domande che mi avete fatto ed a volte con opinioni mie personali.
Dalle ultime statistiche ho notato che gli ascolti di questo podcast sono saliti veramente molto, siamo ad oltre mille download al mese e di questo ovviamente non posso che esserne felice.
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Keep natural and stay tuned
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