Legare il cavallo ai due venti

In molte scuderie si può trovare spesso cavalli legati ai cosiddetti due venti.

 

 

Legare il cavallo ai due
venti nel mezzo del corridoio che divide i box è abbastanza tipico
ed io personalmente lo vedo fare comunemente ogni volta che vado in
giro.

Lo si vede fare così spesso
che quasi non ci si fa più caso, ma purtroppo non è una pratica ne
sicura ne consigliata perché può essere molto pericolosa.

 

I motivi per cui questo tipo
di modo di legare i cavalli non è consigliabile sono molti.

Alcuni sono relativi alla
sicurezza ed altri all’insegnamento che diamo al cavallo usando
questo sistema.

 

Tutti ormai sanno che il
cavallo cerca sollievo alla pressione. Io metto pressione e lui farà
qualcosa per togliersi da questa pressione.

 

Nel caso che il cavallo sia
legato ai due venti e venga sorpreso, disturbato o in qualche maniera
impaurito proverà ad andare avanti ma non potrà farlo perché
troverà le due corde o catene che sono legate ai lati della capezza
che glielo impediranno.

 

In questo caso l’unica
maniera per cercare una via di fuga sarà andare verso l’alto,
aggiungiamo il fatto poi che in molte scuderie il pavimento è in
cemento e si capisce bene che le probabilità che il cavallo scivoli
e ruoti su stesso facendo un bel salto mortale sono molte. Con
conseguente gravi e spesso anche gravissime come la frattura della
nuca o dell’osso pelvico.

 

In altri casi il cavallo
invece può abituarsi ad usare le due corde che lo tengono legato ai
due venti come una sorta di appoggio. Praticamente imparano ad
appoggiarcisi e andare contro alla pressione.

Cosa che una volta imparata
la riproporranno anche in altri contesti come quando lo portiamo alla
lunghina o usiamo l’imboccatura, perché ricordiamoci che il mezzo
di comunicazione è sempre lo stesso e cioè quello che noi che
facciamo Parelli chiamiamo porcospino.

 

Se il nostro interesse è
mantenere il cavallo fermo ed impedirgli di andarsene da qualcosa a
cui lui non è interessato o di cui nutre timore, come ad esempio la
sella, un vaccino o un pareggio, ci sono molte pratiche efficaci che
possiamo usare per insegnare al nostro cavallo a stare fermo e
comportarsi come un partner anche durante queste esigenze specifiche.

 

Voi che mi seguite da tempo
sapete quanto sia amante del dettaglio e dell’approfondimento ed
anche in questo caso ho voluto andare a ricercare delle testimonianze
scientifiche che portassero delle prove a quello che vi ho appena
detto e che ho imparato nel corso dei miei anni di studio della
Natural Horsemanship

 

Ed ho trovato uno studio
pubblicato sulla rivista veterinaria Equine Veterinary Journal che
sebbene non sia riferito al legare il cavallo ai due venti in
scuderia si basa su un esperimento simile condotto su dieci cavalli.

 

L’obiettivo
dell’esperimento era quello di confrontare i dati fisiologici ed in
particolare l’innalzamento del livello di cortisolo, di questi
cavalli durante un trasporto su strada della durata di 24 ore.

Come molti di voi sapranno è
un indice importante nella determinazione del livello di stress
nell’animale.

 

Ebbene tutti i cavalli erano
sistemati in scompartimenti singoli ma 6 di loro legati ai due venti
e 4 lasciati liberi di muoversi.

 

I dati sono stati recuperati
il giorno 1 i cavalli sono stati trasportati il giorno 2 e i dati di
controllo sono stati di nuovo campionati i giorni 3 e 4.

I risultati hanno
evidenziato come i cavalli che avevano viaggiato legati ai due venti
avevano concentrazioni di cortisolo significativamente più elevate
dei cavalli che avevano viaggiato sciolti.

 

Anche se questo studio
analizza un caso specifico tutto ci fa pensare che la stessa cosa
possa accadere anche per i cavalli legati ai due venti in scuderia.

 

Purtroppo, come spesso dico
ai miei studenti, tutto è correlato e quando abbiamo a che fare coi
cavalli non possiamo solo concentrarci su una parte del puzzle ma
dobbiamo sempre avere una visione d’insieme, altrimenti rischiamo
di fare degli errori madornali che ci possono portare anche molto
fuori strada rispetto al nostro obiettivo.

 

Come dice Parelli i grandi
problemi non sono altro che la somma di problemi più piccoli.

Cominciando a mettere a
posto le cose piccole di tutti i giorni otterremo in breve tempo
cavalli più rilassati e disponibili ed il miglioramento sarà esteso
come per magia a tutte le attività che svolgiamo con lui.

 

 

https://beva.onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.2746/042516402776180214

 

 

Stull, Carolyn & Rodiek,
Anne. (2002). Effects of cross-tying horses during 24 h of road
transport. Equine veterinary journal. 34. 550-5.
10.2746/042516402776180214.  

 

 

 

Keep natural and stay tuned


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