Una delle sfide più importanti che si trova ad affrontare uno studente Parelli è quella di essere efficace nelle richieste che fa al proprio cavallo, senza però diventare aggressivo e quindi andare a mettere in pericolo il rapporto che tanto duramente ha conquistato.
La cosa che sicuramente ci può far piacere apprendere è che il problema in questione è un problema largamente diffuso e chi pensa di non averlo è perché probabilmente non si è ancora cimentato nel portare la preparazione del proprio cavallo ad un livello più elevato.
Ciò che voglio dire è che se ho un cavallo preparato a 7, in una scala da 1 a 10, e le mie richieste sono sempre al disotto del suo livello è facile che non mi scontri mai con il problema. Ma quando cominciamo a chiedere di più perché vogliamo spingere il cavallo fuori dalla sua zona di comfort e aumentare il suo livello di preparazione e competenza, ecco che cadiamo spesso nel problema di non essere efficaci oppure di diventare aggressivi.
Il concetto di essere efficaci e di mettere più forza in quello che facciamo è strettamente collegato nella nostra mente da predatore.
Perciò quando il cavallo non risponde alla nostra richiesta come noi vogliamo e decidiamo di salire di fase mettendo più energia, ecco che quell’energia in più che mettiamo porta con se anche una parte di aggressività.
E’ come se la forza e l’aggressività fossero collegate. Se divento aggressivo e rabbioso metto più forza ma anche se reagisco con più forza ad uno stimolo esterno fastidioso automaticamente divento anche aggressivo.
Non è colpa di nessuno. E’ la nostra natura che ci fa essere così.
La rabbia è una delle emozioni di base come, ad esempio, la gioia e la tristezza. Essa si manifesta quando ci sentiamo frustrati e insoddisfatti ed è determinata dall’istinto di sopravvivenza: essa sopraggiunge tutte le volte in cui dobbiamo difenderci da una situazione ostile. Ad esempio ci arrabbiamo quando a lavoro ci danno da fare un compito che non ci piace e che non vogliamo fare oppure se il nostro cavallo dopo 10 volte che gli chiediamo di allontanarsi da noi continua ad entrare nel nostro spazio per chiedere del cibo o per grattarsi il muso.
Quando chiediamo al nostro cavallo di mantenere il trotto e per l’ennesima volta lui torna al passo o peggio va nel galoppo ecco che il nostro senso di frustrazione sale e ci pone davanti ad un bivio. Non fare nulla o fare qualcosa.
Ci sono persone che sanno che se a quel punto provano a fare qualcosa lo farebbero con rabbia e perciò preferiscono non fare nulla precipitando ancor più nella loro frustrazione. E ci sono altre persone che decidono di fare qualcosa ma facendosi travolgere dal senso di rabbia che la frustrazione ha innescato.
Purtroppo entrambi gli scenari non sono positivi perché se nel primo il cavaliere ne esce amareggiato e sconfitto con un profondo senso di fallimento, nel secondo le cose possono mettersi veramente male perché il cavallo può sentirsi minacciato ed avere reazioni anche molto energiche e pericolose. E se questo può essere gestito in qualche maniera da terra diventa difficile da gestire da sella.
Ma allora come possiamo diventare efficaci ma senza essere aggressivi ?
La rabbia, come abbiamo detto prima è una emozione. E come tale non possiamo eliminarla, o almeno non possiamo eliminarla del tutto. Ma quello che possiamo fare invece è spogliare la rabbia del suo vestito e lasciare solo l’energia che arriva con essa. La determinazione.
La determinazione, quella sì che è utile. Noi dobbiamo direzionare l’energia che arriva con la rabbia privandola della sua parte negativa. Il rancore.
Essere efficaci nelle nostre richieste è proprio questo, mettere il focus, la nostra attenzione ed anche la nostra energia in quello che stiamo facendo, anche se questa è una fase 4, ma senza rancore, senza emozione. Come se un attimo dopo potessimo abbracciare il nostro cavallo facendogli due coccole.
Essere efficaci significa agire con determinazione ed energia ma pensando nella nostra mente “Lascia che ti aiuti a comprendere meglio cosa ti sto chiedendo”
Ecco di nuovo l’importanza delle parole che facciamo risuonare nella nostra mente.
Ci ho fatto anche un podcast un po’ di tempo fa sull’importanza delle parole.Magari andatevelo a recuperare.
Ed ancora una volta vedete quanto è importante allenare il nostro cervello a fare la cosa giusta, attingendo anche dall’energia delle nostre emozioni, ma con l’atteggiamento giusto. Quello di portare il nostro aiuto al cavallo per permettergli di capire meglio ciò che gli stiamo chiedendo. Ed ottenere quella risposta al livello che vogliamo. Che siano dei passi indietro più veloci piuttosto che dei passi laterali più precisi o quella partenza al galoppo da fermo senza argomentare sul nostro comando.
Lo so, tutto questo, richiede allenamento ed esercizio ma la buona notizia è che ci renderà migliori anche in tante altre situazioni della nostra vita quotidiana e non solo quando giochiamo coi nostri cavalli.
Keep natural and stay tuned
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